L'esercito Romano possedeva delle armi all'avanguardia per quei tempi! Le principali armi sono: il pilum, il gladio e lo scudo.
Il Pilum e la Lancea
Il Pilum era un'arma da lancio. Era lungo da 160 a 180 cm, con una prima parte fatta in legno e una seconda in ferro dolce, con una punta molto grossa. Sull'uso del pilum non abbiamo fonti dettagliate pervenute fino a noi. Possiamo fare solo alcune ipotesi...
I Pilum erano delle armi il cui scopo era soprattutto quello di eliminare la difesa del nemico. Infatti, appena il pilum veniva lanciato, poteva ndare a conficcarsi nello scudo nemico. La punta, molto grossa, apriva un grosso varco nello scudo nemico (alcuni esperimenti hanno confermato che il pilum poteva perforare scudi spessi 2 cm!) e poteva andare a conficcarsi nel corpo del nemico oppure, poichè il ferro era molto dolce, piegarsi nello scudo nemico, rendendolo inutilizzabile. In questo modo il nemico veniva privato dello scudo, e un uomo senza scudo rappresentava un uomo morto. Il pilum, secondo alcune ipotesi, veniva lanciato da 10 a 15 metri di distanza dal nemico. In questo modo, anche se il pilum non avrebbe colpito uno scudo, si sarebbe anche conficcato a terra, e, siccome era fatto di un ferro molto dolce, si sarebbe contorto, senza dare la possibilità ai nemici di rilanciarlo contro i Romani. Altre ipotesi sostengono che il pilum verrebbe lanciato non oltre i 5 metri, perchè il compito del pilum era quello di privare il nemico dello scudo, e quindi da vicino sarebbe stato più facile colpirlo. Alcuni esperimenti hanno confermato che il pilum avrebbe la sua massima utilità proprio quando il nemico avrebbe avuto una disposizione a file serrate. In questo modo il nemico, serrato tra i ranghi, non riusciva mai ad evitare un pilum lanciato, perchè avrebbe compromesso lo schieramento!

La Lancea, invece, era una lancia che era molto più leggera del pilum con una gittata maggiore. Secondo alcune ipotesi, lo schieramento romano era composto dalle prime due o tre file di legionari che avevano il pilum. Dalla quarta fila, i legionari possedevano la lancea. In questo modo tutte le file potevano lanciare una dopo l'altra i pilum o le lancee. In una battaglia, ad esempio, il generale romano adottò una tecnica molto curiosa: fece scagliare i pilum contemporaneamente a tutti i legionari della seconda fila. Questi ultimi si buttarono a terra, e a questo punto la seconda fila scagliò i propri pilum, per poi buttarsi a terra. Fece così tutto lo schieramento. Il nemico non avanzò più, fermato da una pioggia di lance e pilum!
C'erano anche dei reparti di fanteria leggera che avevano spesso il compito di raccogliere dei pilum o delle lance nemiche e lanciarle contro il nemico, anche in pieno combattimento.

Secondo altre ipotesi, il pilum avrebbe solo una funzione offensiva. Nella figura sotto è rappresentato l'attacco di alcuni Romani contro dei barbari. Se una centuria (80 legionari) attacca 80 barbari, vediamo cosa ne uscirebbe fuori...
I barbari comincerebbero ad attaccare, come si vede anche nella figura (l'andamento della freccia blu), marciando contro i Romani. La prima fila di Romani lancia i propri pilum. Se ad esempio la prima fila sta a venti metri dai nemici, la seconda fila non starà a più di venti metri dai nemici, ma anche di meno, perchè, in questo caso, il nemico avanza velocemente. Alcune ipotesi dicono che 6 file di legionari Romani scaglierebbero i propri pilum in un tempo di 5 secondi! Il nemico si ritroverebbe, nel giro di pochissimo tempo, sommerso da una valanga di pilum. In questo caso il nemico non avanzerebbe più. Perchè? E' ovvio che il nemico, vedendo tutti quei pilum lanciati contro di lui, si fermerebbe per reggere all'urto o per parare i colpi. Non potrà mai avanzare, perchè non può vedere sia i pilum che lo attaccano, sia la prima fila di legionari che avanza. E' stato calcolato che per ogni soldato barbaro, una centuria riesce a lanciare ben 1 pilum!

Il Gladio
L'esercito romano, rispetto all'esercito greco (che usava la lancia), usava la spada come arma fondamentale. Il Gladio era una spada corta e tozza, tagliente ai due lati. Appena i soldati finivano la carica di pilum o lance, estraevano i gladi da un fodero posto al fianco destro. Dopo di che attaccavano il nemico a ranghi stretti. Rispetto ai gladiatori, i legionari non usavano il gladio con sciabolate. Usavano il gladio come un pugnale, in modo da fare un'ampia ferita di due o tre cm nel corpo del nemico, in modo da uccidere subito l'avversario ed essere pronto per un nuovo soldato nemico.

Lo scudo e altre corazze
Lo scudo (scutum) era a forma di rettangolo curvo dalla parte interna. Sullo scudo dei legionari si identificavano, in base alle figure, la legione di appartenenza e anche il grado nell'esercito. Gli scudi romani erano i primi ad essere costruiti atti a difendere tutto il corpo, e servivano spesso anche per fare delle formazioni (come la testugine). Gli scudi rettangoli erano dei principi e della fanteria pesante. Invece gli scudi ovali venivano usati dagli ausiliari e dai pretoriani (su questi ultimi non si hanno fonti certe).
Ogni legionario aveva altre corazze per difendere le altre parti del corpo esposte: l'elmo per la testa, i gambali per le gambe, la corazza per il petto. L'elmo di un legionario indicava il grado di quel legionario. La lorica segmentata (una corazza), era fatta così bene da resistere persino alle frecce nemiche! Infatti un particolare sistema a placche (leggere) riusciva a distribuire il colpo in tutta l'armatura, senza provocare buchi nell'armatura.

Sono anche stati fatti degli esperimenti con alcune corazze romane: le loriche segmentate. Infatti grazie alla lorica segmentata, una freccia che attaccava la corazza non l'avrebbe perforata, bensì avrebbe scaricato tutta la forza al resto dell'armatura, senza aprire varchi per penetrare.