L'esercito Romano è stato uno degli eserciti più organizzati di tutta la storia dell'uomo. Infatti aveva delle tattiche e delle formazioni vincenti. 

La testuggine

La testuggine era una formazione che consisteva nel mettere gli scudi in una posizione tale da chiudere tutti i lati dello schieramento, così da evitare l'attacco di arcieri e altri attacchi a distanza. Questa formazione era molto complicata da svolgere, perchè ci voleva un'organizzazione efficentissima, perchè bisognava disporre gli scudi in poco tempo, prima che le frecce avversarie arrivassero a colpire i soldati. Questa formazione viene ancora oggi utilizzata dai poliziotti che devono soffocare delle rivolte civili. 



La Moenia

La Moenia era una formazione utilizzata per fermare gli attacchi della cavalleria. Questa tecnica veniva svolta dalla prima e dalla seconda fila di soldati. La prima fila posizionava gli scudi verticalmente, con i giavellotti messi in obliquo. La seconda fila, invece, posizionava gli scudi in obliquo verso l'interno, sugli scudi della prima linea. Aveva i giavellotti pronti al tiro. Quando la cavalleria attaccava, la prima fila fermava l'avanzata dei cavalli con i giavellotti, mentre la seconda fila lanciava i propri trafiggendo i cavalli e i cavalieri. 

Il Cuneo

Il Cuneo è una tecnica usata dai soldati romani per l'attacco contro il nemico. Consisteva nel disporre la prima fila di soldati a forma di cuneo (a triangolo), sfondando le fila nemiche. Questo attacco non veniva portato a termine grazie all'abilità dei legionari, ma grazie alla forza d'urto che quest'ultimi imprimevano al nemico. 
Molte volte, però, il Cuneo era semplicemente il momento d'attacco dello schieramento Romano, cioè quando correvano contro il nemico con i gladi alla mano.

L'Orbiter

L'Orbiter è una tecnica che serve per la difesa. Quando un piccolo gruppo di soldati romani veniva accerchiato dai nemici, entrava in azione questa tecnica, l'Orbiter. Consisteva nel disporre i soldati in cerchio, con gli scudi piazzati a terra e i giavellotti puntati. I soldati immezzo al cerchio tiravano i giavellotti e combattevano il nemico. In questo modo l'attacco risultava più sicuro. 

I trucchi del combattimento corpo a corpo

I Romani usavano delle tecniche nel combattimento corpo a corpo. Infatti la bravura dell'esercito romano non sta tanto nella bravura dei soldati, ma nell'organizzazione. Quando i legionari attaccavano, la prima fila entrava in contatto con il nemico. La seconda fila, intanto, lanciava i giavellotti. Ad un ordine ben preciso, chiamato amutatio, i legionari della prima fila lasciavano il posto a quelli della seconda fila, più freschi. In questo modo il nemico, stanco e goffo, si trovava davanti sempre soldati freschi. I soldati feriti, poi, venivano trasportati da altri legionari dai medici. Al contrario dei medici greci, quelli romani cercavano sempre di riparare le ferite, e non di operare subito, tagliando una gamba. I medici, poi, operavano sul posto della battaglia, bloccando le emorragie. 

L'assedio

I Romani erano molto specializzati nel fare assedi. Quando assediavano una città, per prima cosa cominciavano a costruire due fossati e posizionare due palizzate di difesa dagli assediati e da eventuali eserciti venuti in liberazione degli assediati. A questo punto i Romani dovevano solo aspettare che i viveri finissero e quindi gli abitanti morivano di fame. Il più delle volte i Romani attaccavano per primi, utilizzando arieti, torri mobili e catapulte. Per prima cosa veniva portato l'ariete fin sotto le mura e quindi i legionari incominciavano a rompere il muro con l'ariete. Ma i Romani, spesso, usvano altri sistemi, come le torri mobili, che permettevano di portare fin sulle mura della città i legionari romani e sbarazzarsi degli assediati. 
Nel suo De Bello Gallico, Giulio Cesare ci descrive uno degli assedi più famosi della storia: l'assedio di Alesia. Alesia era una città dei galli, in cui si erano rifugiati Vercingetorice, re dei Galli, e i suoi soldati. Giulio Cesare fa circondare la città con due palizzate in legno. Per ben 7 anni i soldati romani aspettano la resa dei Galli, ma niente. Dopo aver visto sconfitto l'esercito venuto in soccorso degli assediati dai Romani, Vercingetorice si arrende. 

Ma cosa succedeva se, invece, gli assediati erano i Romani? Le città Romane non erano facili da espugnare, soprattutto i forti militari. Che succedeva se i nemici avrebbero assediato proprio un forte? All'ingresso dei forti c'erano enormi fossati seguiti da rami contorti, trappole di vario genere e molto altro ancora. Non credo che sarebbe stata una passegiata per gli assedianti! Infatti i Romani potevano contare anche su forti armi da guerra, con lunghissima gittata, come le catapulte e le balliste. E poi in ogni forte c'erano provviste bastanti per 6 o 7 mesi. 

 
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